Cifre (e scemenze) a tutto gas!

Le stime relative ai risparmi in bolletta che noi sardi potremmo ottenere grazie al gas hanno ormai il sapore della barzelletta. All’inizio ammontavano a 500 milioni di euro l’anno (https://bit.ly/2FKVYan). Nell’ultimo periodo della sua giunta, Pigliaru – ricorderete – parlava di 400 milioni (cifra rilanciata anche da Zedda), 100 in meno, dunque. Oggi Solinas parla di 300 milioni. In tutto questo bailamme di voci e numeri, si inserisce anche Luca Deidda, prorettore dell’Università di Sassari, nonché professore di economia. Il quale sostiene che “il neo Governatore ha studiato il dossier e ha sciolto le cautele, procedendo non per partito preso, ma guardando i numeri delle analisi costi-benefici. E i numeri l’hanno convinto. Immagino siano le analisi costi-benefici di cui abbiamo parlato più volte, prodotte già prima del suo insediamento. Ma poco importa; anzi, se fossero nuove, pure meglio; perché nuove analisi, se tempestive, possono essere utili a saggiare la robustezza e quindi l’affidabilità del risultato secondo il quale i benefici legati alla metanizzazione con la dorsale superano in maniera significativa i costi”. Parole il cui sotto-testo sembra essere “Metano o muerte”.

La domanda è: questi signori hanno davvero letto l’analisi costi benefici? Non per altro, perché per SNAM e SGI il risparmio in bolletta non andrà oltre i 192 milioni di euro all’anno. SNAM parla, infatti, di benefici pari a 4,8 mld in 25 anni. Fate voi i conti (https://bit.ly/2Jc2kRa). Resta da chiedersi come mai i benefici del gas per le bollette dei sardi siano passati da 500 a 192 milioni. Forse perché SNAM e SGI si sono accorte che la remunerazione dell’investimento non può che passare attraverso l’imposizione ai sardi di una gabella particolarmente salata, ancora più elevata di quella pensata inizialmente. Sin dall’inizio avevamo denunciato il problema. E oggi siamo convinti che la decisione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas di creare un ambito di tariffazione ad hoc per la Sardegna risponda proprio all’esigenza degli attori della filiera nostrana del gas di far pagare un prezzo maggiore ai sardi (anche per ripagare le infrastrutture).
Che il metano in Sardegna lo pagheremo più che altrove lo dice la stessa SNAM: l’articolo dell’ANSA (vedi link) risalente allo scorso gennaio evidenzia che in Sardegna il metano costerà 108 euro/mwh agli utenti domestici contro i 70/80 euro Mwh in Continente e 58 euro per uso industriale (non viene specificato per quale fascia di consumo) contro i 51,8 euro/Mwh per un utenza industriale in continete con consumi tra i 26000e i 263000 mc/anno e i 31 euro per la fascia compresa tra 263000 e 2.627.000 mc.
Ora, tutti questi calcoli risentono dello stesso vizio, perché si riferiscono al confronto tra il prezzo del gas e quello del gpl. Che, in termini energetici, è come confrontare Alto e Basso Medioevo.


Non vorremo apparire venali, ma se andate a controllare nei vecchi post della pagina: abbiamo spiegato che l’opzione dell’elettrificazione (parliamo di energia elettrica da rinnovabili) dei consumi è sempre competitiva rispetto al gas. Se poi l’elettrificazione è abbinata ad un piccolo impianto fotovoltaico per l’autoconsumo, non c’è proprio partita. Lo stesso discorso vale per le piccole e medie imprese.
Come si fa, allora, a dire che il metano renderà più competitivo il sistema produttivo sardo?

Naturalmente non è solo una questione di denaro, qui in gioco c’è il destino di una Terra e delle comunità che la abitano. Ma questi cadono anche sui numeri…

Share with:


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *